LETTERA APERTA AD ADE CAPONE.dove l'uva è Expocartoon Caro Ade, ho letto con molta attenzione il tuo intervento a proposito della ''guerra del fumetto'' che sarebbe in atto a Roma in previsione dello scontro Expocartoon-Romics. Ci siamo visti poche volte ma ci conosciamo da tanti anni. Entrambi non abbiamo mai messo né metteremo in dubbio (per quanto mi riguarda ne sono certo) la buona fede che ci anima. Per questo, nonostante il livore e l'ostilità del tuo intervento nei confronti della manifestazione della quale da poco sono il direttore artistico, ti rispondo con immutata amicizia. Voglio pensare, confortami in questo quando vorrai rispondermi, che i tuoi ''strali'' siano rivolti alla ''vecchia'' Expocartoon e non alla nuova. Altrimenti l'attacco sarebbe pretestuoso e prevenuto. Per aiutarti a valutare con più serenità ed obiettività la situazione risponderò a tutte le perplessità sollevate nel tuo intervento. ''Le grosse case editrici di fumetti dove sono''?, ti chiedi. Immagino che tu per ''grosse'' intenda ''grandi, prestigiose, famose''. Per questo ti invito ad osservare che nell'elenco dei nuovi partner di Expocartoon c'è Il Giornalino che sta per San Paolo Edizioni che aveva lo stand proprio davanti a quello della Bonelli nel vecchio schema di Expocartoon e che avrà regolarmente il suo stand anche nella prima edizione del nuovo corso. Non è forse questa una ''grande'' casa editrice? E, a proposito di ''grandi case editrici'' parliamo proprio di Bonelli. Mi dispiace deluderti ma la grande casa editrice milanese, sarà presente regolarmente ad Expocartoon, pur senza uno stand (ma non sarà nemmeno a Romics, ma questo non lo dici, e ad altre manifestazioni sine die a causa della improvvisa morte dell'amico Paolo Ferrari) grazie a numerosi suoi disegnatori (l'elenco lo trovi nel mio comunicato stampa a cui fai riferimento nella tua lettera di commento) ma, soprattutto, grazie alla prima edizione del Premio Gian Luigi Bonelli per la scrittura, per il quale abbiamo ricevuto con lettera ufficiale autografa l'imprimatur di Via Buonarroti. Dunque la Bonelli ha scelto, ancora una volta, Expocatoon e Immagine per celebrare una delle figure più prestigiose del fumetto italiano. Per noi è un onore immenso che, crediamo, meriti il rispetto di tutti, anche di chi vuole farci concorrenza. Quanto alla vicenda Comic Art, i tuoi commenti partono da un presupposto sbagliato che ronza ancora nella testa di alcuni. L'equazione Expocartoon uguale Comic Art uguale Rinaldo Traini non esiste più. Expocartoon ha un nuovo direttore artistico che si chiama Roberto Genovesi e questo direttore artistico è coadiuvato da un nuovo staff composto da esperti che fino alla scorsa edizione avevano visto Expocartoon dalla finestra oppure vi avevano partecipato marginalmente. Dopo la chiusura della Comic Art, Expocartoon rischiava la vita. Per questo una componente di Immagine ha deciso di prendere in mano la situazione per ''salvare'' la manifestazione. Per questo è stato eletto un nuovo direttivo che potesse ''viaggiare'' autonomamente anche senza l'apporto di Rinaldo Traini. Immagine non è l'ufficio di rappresentanza di Traini ma un'associazione culturale autonoma (lo dimostra la nascita dei nuovi vertici) e, per questo, non ha il diritto né il dovere di commentare la crisi della Comic Art né più né meno di quanto non possa aver avuto in passato il diritto e il dovere di commentare le vicissitudini della Panini e della Marvel Italia. Il diritto e il dovere di Immagine era ed è ancora oggi solo quello di difendere il Salone dei Comics, i premi Yellow Kid ed Expocartoon che sono un patrimonio di inestimabile valore e al quale, come i fatti dimostrano, tanti ambiscono. Ed è quindi legittimo che i nuovi vertici esprimano finalmente quello che hanno pensato per tanti anni, come tanti operatori e tu lo sai bene, e cioè che la Fiera di Roma fosse più adeguata ad un mercato che ad un evento culturale. A meno che tu non voglia ridurre il Salone dei Comics ad una compravendita di pupazzetti e dvd. Così abbiamo scelto di cambiare. In meglio. Cosa vuoi contestarci? Di aver preso in mano una manifestazione e di aver deciso di migliorarla dandole per sede un monumento nazionale come il Palazzo della Civiltà del Lavoro? Anche a me, caro Ade, questa faccenda ricorda tanto la favola della volpe e dell'uva. Ma l'uva è Expocartoon. Quanto ai tuoi paragoni tra questa vicenda e il crollo delle torri di NY, preferisco stendere un velo pietoso e lo faccio, credimi, a tuo vantaggio. E ' grottesco che tu sia riuscito ad ''infilare'' un evento così tragico in una polemica tra ''fumettari''. Credimi, conoscendoti, non me lo sarei aspettato. Ma anche questo, come tutta la tua lettera, voglio considerarlo un infortunio. Con amicizia Roberto Genovesi