Jason Lutes, Giara di stolti

pp.152, £.20.000

Black Velvet Editrice

 

Recensione di Alberto Conte

 

Sono rimasto semplicemente incantato da questo romanzo a fumetti. Ho scoperto un autore capace di raccontare con maestria le vicende di un gruppo di persone ai margini della società, che annaspano nell’esistenza e cercano di aggrapparsi disperatamente gli uni agli altri per trovare un qualche conforto.

Lutes guarda i suoi personaggi, individui sfiduciati, con malinconica delicatezza e partecipazione: in questo si dissocia, a mio immodesto parere, dalla “dissezione gelida delle psicologie e dei rapporti tra i personaggi” di Chester Brown, una delle fonti dichiarate dall’autore stesso.

Sono quattro le figure principali di quest’intensa opera: Ernie Weiss, illusionista fallito ed ossessionato dalla morte del fratello; il suo anziano mentore Al Flosso; Esther, l’ex-fidanzata di Ernie; il truffatore Nathan Lender, che sogna un futuro migliore per la figlia.

I protagonisti delle vicende si muovono incerti alla ricerca di una via d’uscita, ma in sottofondo si avverte un senso di alienazione, sottolineato dalla continua interferenza nel racconto di sequenze oniriche, o meglio incubiche, che distorcono inaspettatamente la percezione del reale.

Le matite sono evidentemente influenzate dal fumetto europeo, mutuando la pulizia del tratto e l’attenzione ai dettagli dalla ligne claire francobelga: Lutes è in possesso di una misura felicissima nell’uso del bianco e nero.

Posso solo consigliare caldamente l’acquisto di questo romanzo a fumetti, come di altre opere della Black Velvet, una piccola casa editrice, molto attenta al mercato indipendente, che ha annunciato la prossima pubblicazione di “Liquido amniotico”: complesso one-shot del duo Moore-Campbell, editi recentemente anche dalla Magic Press.