SESSANT’ANNI FA "L’AVVENTUROSO"

UN CONVEGNO, A FIRENZE, PER RICORDARE IL PIU’ RIVOLUZIONARIO PERIODICO A FUMETTI DI TUTTI I TEMPI.

di Leonardo Gori ©

 Il 14 ottobre del 1934 appare, nelle edicole di tutta Italia, il primo numero di un nuovo settimanale a fumetti. Il titolo, quanto mai programmatico, è "L’avventuroso", l’editore è quel Nerbini di Firenze che già da quasi due anni pubblica "Topolino", il giornale che ha imposto in Italia il Mickey Mouse a fumetti di Walt Disney e collaboratori. "L’avventuroso" è una novità assoluta, un’autentica "bomba" editoriale. Sapientemente impostato e impaginato, colpisce prepotentemente la fantasia di un pubblico non necessariamente infantile e adolescenziale: il formato è grandissimo, più o meno l’attuale tabloid; la stampa è una miracolosa tricromia, opera degli Stabilimenti Vallecchi del Viale dei Mille, con colori accesi e squillanti, fatti di cieli gialli, praterie scarlatte, mari smeraldo. Sono otto pagine che fanno subito sognare, perché non ci può essere maggior contrasto con la routine di un’Italia tutto sommato provinciale e sonnolenta, malgrado le pretese eroiche delle fanfare di Regime.

La storia a fumetti con cui si apre il primo numero de "L’Avventuroso" si intitola La distruzione del mondo: è l’inizio della mitica saga del Flash Gordon di Alex Raymond. Al di là dei suoi valori formali, peraltro notevolissimi, la pagina d’esordio ha un effetto veramente dirompente sui lettori di ogni età. Per rendercene pienamente conto, dopo sessant’anni, bisogna fare un confronto con quanto si era visto fino ad allora nel campo della stampa periodica per ragazzi. Tutte le testate "a fumetti", prima dell’ottobre 1934, proponevano solo brevi vicende umoristiche o - al più - umoristico-avventurose, con un’aria ottocentesca che si trascinava immutata e apparentemente immutabile, in un mondo sottoposto, invece, a straordinarie e continue trasformazioni nel campo delle comunicazioni di massa. Il leader, nelle edicole, almeno fino al 1933, era ancora il "Corriere dei Piccoli", fondato nel 1908 ed espressione di una cultura borghese, moralmente irreprensibile. Solo il "Jumbo" del milanese Lotario Vecchi, nel dicembre del 1932, modificò il panorama editoriale, proponendo anche fumetti d’avventura di produzione inglese e affiancando, alle lunghe didascalie in prosa, i modernissimi balloons, le "nuvolette" con i dialoghi dei personaggi.

"L’avventuroso" continuò a proporre le favolose storie di produzione americana, con episodi italiani di contorno di valore discontinuo, ininterrottamente fino all’autunno del 1938. Si trattava di personaggi dal grande potere fascinatorio, che divennero immediatamente degli autentici miti della letteratura popolare: l’ Agente segreto X-9, Jim della Giungla, la Radio Pattuglia, Mandrake (il mago in frac), L’uomo Mascherato. Un ventaglio completo di tutti i possibili topoi avventurosi. Nel 1937 "L’Avventuroso" raggiunse il suo apice, fino a "tirare" (a quanto si dice) ben 500.000 copie settimanali.

L’ "epoca d’oro" de "L’avventuroso" ebbe bruscamente termine alla fine del 1938, quando il Ministero della Cultura Popolare proibì la pubblicazione di tutti i comics d’importazione americana. Il loro posto venne preso da opere italiane che - nonostante l’indiscusso livello artistico di alcuni autori - non riuscirono mai a sostituirsi, nel cuore dei lettori, a Gordon e compagni. Temi quali il sesso, la violenza, il mistero, sparirono completamente dalle pagine de "L’avventuroso", in ottemperanza a successive circolari ministeriali, sempre più severe. Nonostante un successivo allentamento delle maglie censorie, la diffusione del giornale conobbe un autentico crollo. Il settimanale si trascinò stancamente fino al 1943, quando fu ceduto a Mondadori (che lo mantenne in vita per dieci numeri, fino al n. 450 della serie). Ma, nel frattempo, "L’avventuroso" aveva scritto una pagina fondamentale della storia del fumetto in Italia: un mito che resiste ancora intatto, oltre cinquant’anni dopo la sua scomparsa dalle edicole.

Per celebrare questa autentica leggenda editoriale, che ha profondamente segnato di sé la stampa a fumetti italiana, condizionandola per lungo tempo, il Comune di Firenze e la Biblioteca Marucelliana hanno organizzato, per la giornata del 24 Ottobre, un convegno di studi a cui parteciperanno i più importanti storici e critici del settore.