Scrivere Fumetti, di Gianfranco Goria

28 luglio 2000

Le forme della sceneggiatura

Le regole per la costruzione formale di una sceneggiatura non sono molte, in fin dei conti. In estrema sintesi quel che si deve fare è deve descrivere ogni singola vignetta di ogni singola tavola, indicando ciò che si deve vedere e ciò che si deve "sentire", arricchendo eventualmente il tutto con dei commenti rivolti direttamente al disegnatore, intesi a stimolare la sua interpretazione o a dargli ulteriori elementi per il suo lavoro.
La numerazione delle vignette può variare; nell'uso disneyano e bonelliano, che usano una "griglia" composta da 6 vignette per tavola, si numerano da 1 a 6 in ogni tavola, come negli esempi qui a fianco.
La forma di una sceneggiatura può variare a seconda delle abitudini dello sceneggiatore, purchè si rispettino le regole di fondo: il disegnatore deve poter capire bene cosa si vuole da lui e lo stesso vale per il letterista e il colorista.

La forma detta "all'italiana" prevede due colonne. In una si descrive quel che si vede in ogni singola vignetta. Si può aggiungere qualche nota per gli altri professionisti che lavoreranno alla storia (disegnatore, inchiostratore, letterista, colorista...), o forse anche qualche "commento personale" che serva a far capire "l'atmosfera" che si vorrebbe creare... Nell'altra colonna si scrive tutto quel che si "sente" in ogni vignetta (dialoghi, didascalie, effetti sonori...).

La forma "all'americana" comporta una scrittura continua in cui, comunque, è buona norma differenziare bene visivamente i dialoghi, per facilitare il lavoro sia dell'eventuale revisiore dei testi, sia del letterista.

La forma detta "storyboard" è sicuramente la più comoda per lo sceneggiatore che sappia disegnare almeno un poco. Si schizza tutto quel che si deve vedere, si scrivono i testi e magari si agigunge qualche nota per il disegnatore, o per il letterista, o per il colorista...

Indipendentemente dalla forma scelta, è bene che ogni pagina di sceneggiatura descriva una sola tavola da disegnare. I riferimenti dello sceneggiatore devono apparire in ogni pagina e le pagine devono essere tutte numerate: non è sterile pignoleria. Può facilmente capitare che i fogli cadano a terra... In una redazione piena di carte d'ogni tipo, come pensate che si possa agevolmente ricostruire il pacchetto della vostra sceneggiatura (e magari capire che manca una pagina), se i fogli non portano, tutti, il titolo della storia, il nome dell'autore, il numero della pagina?... Questo non vuol dire che dovete sprecare mezzo foglio per mettere la vostra fotografia... Una riga sarà sufficiente per farci stare anche il vostro numero di telefono (o l'indirizzo di posta elettronica) che potrebbe servire al disegnatore per chiedervi dei chiarimenti su qualche passaggio particolarmente oscuro.

esempio di "griglia" di pagine a fumetti nel formato "Topolino" o "Bonelliano"... La tavola 1 rappresenta la "griglia base" dei formati citati.
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e qui potete confrontare i vari "formati" del fumetto in Italia...
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tratti dall'albo speciale That's Fumetti, edito dalla Epierre di Gianni Bono nel 1998 per la nostra partecipazione "ufficiale italiana" alla Comic Convention di San Diego, USA... (qui sotto la copertina dell'albo: una piccola "chicca").

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esempio di sceneggiatura "all'italiana" (by G.Goria):
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sceneggiatura "all'americana" (by Guido Silvestri "Silver")estratta dal volumetto "Come si diventa autore di fumetti" di Castelli e Silver (omaggio agli iscritti Anonima Fumetti):
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sceneggiatura in formato "storyboard" (by G.Goria):
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© Gianfranco Goria