La Black Velvet Editrice è lieta di annunciare la pubblicazione di una delle opere più interessanti nel panorama americano: "Giara di stolti" di Jason Lutes, un autore che opera un'interessante cross-over tra la ligne claire franco-belga e le tematiche quotidiane e realistiche del fumetto indipendente statunitense.

"Giara di stolti" è la sofferta storia di Ernie Weiss, un illusionista fallito, ossessionato dalla morte del fratello, un famoso artista della fuga. L'unica speranza che gli rimane è il suo maestro e mentore Al Flosso, ma l'anziano prestigiatore sta scivolando, giorno dopo giorno, in uno stato di confusione senile, che lo induce, tra l'altro, alla fuga dall'ospizio dove è tenuto.

Anche Esther O'Dea, l'ex-fidanzata di Ernie, lotta per trovare pace nella propria vita e incrocia la propria strada con quella di un truffatore di nome Nathan Lender che, accompagnato dalla figlia, sta architettando un misterioso piano che influenzerà il futuro di Ernie.

Le vite desolate di questi ignari personaggi si intrecciano e si raccolgono, quasi casualmente, in una drammatica "giara di stolti"...

Un'avvincente riflessione sulla natura dell'amore e della perdita, della magia e del ricordo.

Come è tradizione della Black Velvet, il libro è preceduto da una breve introduzione che presenta sinteticamente l'autore e l'opera pubblicata. Eccovi quindi il testo: "Racconta una leggenda ebraica che Dio consegnò a un angelo due giare di anime da disseminare in modo equo nel mondo: una giara conteneva le anime delle persone normali, l’altra conteneva le anime degli stolti. Mentre l’angelo volava per eseguire il suo compito, gli cadde per sbaglio la giara degli stolti, che si ruppe e diede origine a un intero paese di sciocchi, chiamato Chelm.

Per ammissione stessa di Jason Lutes, l’unico collegamento che ha il suo romanzo a fumetti con questa storia è il riferimento nel titolo, sebbene non si possa certo negare che l’umanità rappresentata in Giara di stolti annaspi in un luogo dove follia e stoltezza sembrano essere le uniche regole che governano la vita. È questa umanità la vera protagonista del libro, composta da individui che faticano a convivere con se stessi perché convinti di non avere più vie di uscita. Vivono un’esistenza precaria ai margini della società e la loro unica speranza è quella di aggrapparsi gli uni agli altri in una dipendenza reciproca, dalla quale si potranno affrancare solo attraverso una presa di coscienza e una rinnovata forza interiore.

Questo approccio, decisamente naturalistico, deriva dal fumetto indipendente americano, che conobbe grazie a letture personali e alla frequentazione delle casa editrice Fantagraphics Books, dove lavorò per un breve periodo. Il fumetto alternativo in bianco e nero fu un fenomeno di moda negli anni ’80 e sembrò incendiare il mercato statunitense e canadese. Pur nella sua breve ed effimera durata riuscì ad aprire la strada a un gruppo di autori che, seguendo le orme di personalità dell’underground come Robert Crumb e Gilbert Shelton, rivolsero l’attenzione in modo vario e fecondo alla propria realtà interiore e al mondo circostante. Trascorso il periodo delle proteste degli anni ’60 e ’70, quello che interessava a questa nuova "scuola di disegnatori" era raccontare ciò che gli era vicino, per quanto minuto, personale e insignificante potesse essere, nei modi e nei registri più disparati: dalla dissezione gelida e asettica delle psicologie e dei rapporti tra i personaggi di Chester Brown (una delle fonti dichiarate di Lutes); alla descrizione di un’umanità deviata, americana al 100%, che si dimostra surreale e aliena a causa delle proprie abitudini e dei propri tic, descritti in maniera puntigliosa da Daniel Clowes; alla narrazione cronachistica (quasi un giornalismo a fumetti) di David Collier; alla grigia quotidianità stemperata dal ricordo di Seth; all’autobiografismo totale, senza censure e autodenigratorio di Joe Matt...

Questi e tanti altri autori hanno ispirato nuovi disegnatori e sceneggiatori che, come Jason Lutes, continuano il difficile e complesso compito di raccontare il mondo che li circonda. Nel caso dell’autore di Giara di stolti, la raffinata costruzione del plot non deve trarre in inganno: la trama, infatti, è costituita solo apparentemente da una progressione di eventi. In realtà, il motore principale della narrazione è la dolorosa rappresentazione delle dinamiche relazionali tra i protagonisti e il turbinio di emozioni da cui sono dominate e determinate lungo un percorso che, almeno apparentemente, non presenta una via d’uscita o una redenzione finale. Il senso di disperazione del racconto è reso ancora più estremo dall’infiltrazione sottile e inaspettata di sequenze oniriche, allucinazioni e visioni che colgono di sorpresa il lettore, distorcendone il piano di realtà e generando un continuo sbilanciamento verso uno spazio di intensa estraneità. È forse questo il dispositivo narrativo con cui Lutes riesce a trascendere la contingenza degli eventi vissuti dai protagonisti e a donare alla vicenda un carattere universale.

L’altra fonte di ispirazione di Lutes è, ovviamente, il fumetto europeo. L’attrazione per la "ligne claire" di scuola franco-belga risulta evidente nel tratto e nella crescente attenzione al dettaglio, uno stile allo stesso tempo realistico e fortemente grafico, e nell’uso sapiente e misurato del bianco e nero, che diventa un perfetto sostituto del colore. Infatti, il gelido biancore di certi scorci o di certi volti riesce a rendere, in maniera ancora più efficace di quanto sarebbe riuscito a rappresentare una qualsiasi tavolozza di colori, il senso di straniamento e di isolamento di molte situazioni.

Alla luce di questo naturalismo, narrativo e tematico ci si potrebbe, infine, chiedere quale valore hanno i temi della magia e dell’illusione, che percorrono in maniera costante questo romanzo a fumetti. Forse per Lutes sono mezzi narrativi per trasmettere la speranza nell’esistenza di una via di uscita dal baratro per queste esistenze alla deriva... oppure, più semplicemente, forse rappresentano la metafora sotterranea del "raccontare" che ha bisogno di una willing suspension of disbelief da parte del lettore per permettergli di immedesimarsi nella storia, liberando, quindi, i poteri catartici del racconto."

GIARA DI STOLTI

di Jason Lutes

17x22,5, Brossurato, 152 pp, b&n    L. 20.000

La Black Velvet annuncia anche l'imminente uscita (prevista per fine agosto) del primo numero della miniserie "Rosa di strada", interamente realizzata da Massimo Semerano, dal titolo "I musicanti di Brema".

Questo nuovo progetto sarà serializzato in 4 albi in bianco e nero di 24 pagine ciascuno (L. 4.900) che verranno pubblicato all'incirca ogni quattro mesi.

La serie, che segna il ritorno al disegno di uno dei più interessanti disegnatori italiani, che ha collaborato in passato con testate come "Dolce Vita", "Cyborg", "Rumore" e tante altre, verrà presentata il 12 settembre a Bologna all'interno della manifestazione "Territori", che avrà luogo durante la Festa dell'Unità.

Per qualsiasi informazione sulle uscite Black Velvet, potete scrivere a Omar Martini (o.martini@libero.it) oppure a Luca Bernardi (goldbeetle@iol.it).

Per quanto riguarda il reperimento delle pubblicazioni Black Velvet, potete rivolgersi a una fumetteria qualsiasi oppure contattare la Libreria Harzack di Bologna (v. Matteotti 23/A, tel. 051/37.40.03).