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Se vi sembra di conoscere qualche personaggio di questa storia, non è assolutamente casuale:

 

COME LA VITA

testi di Carlos Trillo disegni di Laura Scarpa

 

Incontri, scontri, malinconie, risate, amori, amicizie, genitori, figli, pensieri orrendi e lavori insopportabili, passeggiate al chiaro di luna e birre bevute al buio, voglia di vivere e di morire: tutto insieme, come la vita.

 

Questa serie racconta la storia d’amore tra due adolescenti piuttosto goffi e inesperti.

Amore contrastato dalla timidezza e dalle sfortunate coincidenze, dove i due protagonisti non riescono a dichiararsi, ad avere una relazione sentimentale.

 Anche se vicini di casa, riescono a non conoscersi pur vedendosi spesso. Ogni incontro è troppo atteso per potersi svolgere serenamente e finisce puntualmente in un disastro emotivo.

Ben diversi dai più eroici e romantici Romeo e Giulietta, anche i nostri due ragazzi, però, sognano, soffrono, si disperano, desiderano e cercano il loro amore, ostacolati da parenti odiosi (la sorella di lei, rampante fotomodella, presuntuosa e sicura di sé) o assenti (i genitori egoisti e che non accettano di invecchiare).

La storia è corale, con amici che cercano di aiutare, ma che più spesso confondono i sentimenti e, talvolta,  anche i sessi (e i desideri sessuali) e, soprattutto, con l’arrivo di un personaggio molto particolare: una giovane donna con tre personalità diverse e in cura da due diversi analisti.

Come nella vita reale, le cose si risolvono, senza arrivare ad essere definitive, anche con l’aiuto un po’ sorprendente… degli extraterrestri, o, almeno, di chi ci crede.

 

Con un occhio al cinema del quotidiano di scuola europea e americana e l’altro agli shojo manga, ma anche al clima di Strangers in Paradise di Terry Moore o all’ironia di Clerks di Kevin Smith, si è voluto creare con questa serie un prodotto nuovo, dal taglio sentimentale e intimista, ma anche ironico.

Due autori collaborano a rendere questa serie così particolare: Carlos Trillo, argentino, ben noto internazionalmente per le sue storie avvincenti che spaziano dal noir, alla fantascienza, alla commedia di costume e Laura Scarpa, italiana, meno conosciuta, ma con un’esperienza ventennale nel fumetto femminile e per adolescenti.

 

La serie si compone di tre volumi di 64 pagine a colori.

 

TITOLO:  "Cuori imbranati"

COLLANA: Come la vita n°1

PAG: 64 pag. a colori

FORMATO: cm. 17x26

RILEGATURA: Brossurato rilegato a filo refe

PREZZO: £20000

ISBN: 88-8308-033-5

USCITA: Novembre 2000

 

 

 

 

IL CAVALIER  DI GOMMASGONFIA

Don Chisciotte era un tipo magro a cui avevano dato alla testa le storie cavalleresche che aveva letto. Fu per questo che si lanciò anacronisticamente a salvare donzelle e a sanare torti in un periodo della storia in cui non si usava più fare simili follie. Anche il nostro Cavaliere di Gommasgonfia è fuori epoca. La favola quindi, con un paio di autori impregnati del presente, racconta di re in camicia nera che ricevono i propri visitatori in bettole fumose, paggi con le fattezze di gorilla guardaspalle, donzelle che vanno pazze per la cocaina... e siccome nell’epoca in cui si ambienta la storia tutti i cavalli sono diventati mortadelle, gli autori sono ricorsi a una fedele e servizievole bicicletta e la tradizionale lancia si è trasformata nella lunga scopa di uno spazzacamino. Una impietosa parodia postmoderna della cavalleria medievale, in un blob di situazioni spassose e corrosive, sino a un finale tutt’altro che consolatorio.

 

 

CARLOS TRILLO

Nato a Buenos Aires nel 1943 dove vive, Carlos Trillo è lo sceneggiatore di Un tal Daneri (disegni di Alberto Breccia), Loco Chavez (disegni di Horacio Altuna), Bruno Bianco (disegni di Garcia Seijas), Alvar Mayor (disegni di Enrique Breccia), Chiara di Notte (disegni di Jordi Bernet), Uscita di sicurezza (disegni di Horacio Altuna), Spaghetti Bros. (disegni di Cacho Mandrafina), Borderline (disegni di Eduardo Risso), Cybersix (disegni di Carlos Meglia), e decine di altre storie a fumetti pubblicate in tutto il mondo e disegnate dai più grandi Maestri del Fumetto. Comunica per mezzo della carta stampata dal 1963: ha fatto il giornalista, il redattore, il pubblicitario, il libraio e l’editore. Ha scritto con Guillermo Saccomanno il più importante saggio sul Fumetto Argentino (Historia de la Historieta, Ediciones Record, 1980). E’ stato prima redattore e coordinatore poi ha fondato e diretto numerose riviste satiriche e di fumetti: da "Patoruzú" e "Tìa Vicentia" (1966) a "Satiricon" (1973) a "Mengano" (1976) a "Puertitas" (1991) e "Super Sexy" (1993) Nel 1978 è venuto a Lucca a ritirare il suo primo Yellow Kid come migliore sceneggiatore e in questi ultimi vent’anni è tornato in Europa più di trenta volte per ritirare altrettanti premi: l’ultimo quest’anno a Sierre in Svizzera. Dalle sue opere sono stati tratti film (Las puertitas del Señor Lopez), serie televisive (Loco Chavez) e serie a cartoni animati (Cybersix) tutte di grande successo. I suoi libri vengono abitualmente tradotti in italiano, inglese, tedesco, francese, norvegese, danese, olandese, svedese e greco. Considerato uno dei più importanti scrittori del mondo, Carlos Trillo è un autore imprevedibile, ironico e sofisticato, ricco di trame e denso di citazioni. In Italia è appena uscita per Macchia Nera la sua ultima opera Come la vita, disegnata da Laura Scarpa.

 

 

 

DOMINGO MANDRAFINA

Nato nel 1945 a Buenos Aires, inizia il suo lavoro di disegnatore di fumetti nel 1969 sulla rivista “Patoruzito”. Nel 1972, dopo aver fatto parte dell’equipe che realizza la serie Samos per la rivista per bambini “Billiken”, diventa disegnatore interno alla Editorial Columba e illustra adattamenti di film per “Intervalo” e “D’Artagnan”. Dal 1974 inizia una lunga collaborazione con le Ediciones Record di Alvaro Zerboni dove realizza alcune serie su testi di autori italiani tra le quali Lady Shadow. Sempre per la Record pubblica la sua prima serie importante su testi di Guiullermo Saccomanno, El Condenado (Cayenna). Contemporaneamente inizia un’altra serie di successo per la Editorial Columba su testi di Robin Wood, il poliziesco Savarese. E’ del 1979 la sua prima collaborazione con Carlos Trillo, con il quale realizza per la rivista “Super Hum(R)” Ulises Boedo e una serie di storie mute che inzia con Il Mago, raccolte in Italia nel volume Senza parole (Acme, 1990). sempre con testi di Trillo esce nel 1983 per la rivista di breve vita "Don" El Husmeante (Il Segugio). L’anno successivo appaiono sulla rivista "Fierro" Metrocarguero con testo di Enrique Breccia e la saga de El caballero del Piñón Fijo con Carlos Trillo e nel 1987, Peter Kampf lo sabía sempre su testi di Trillo. Nel 1990 pubblica su "Puertitas" la storia Cosecha Verde, sempre con testi di Carlos Trillo. Con testo di Ricardo Ferrari e la collaborazione di Alberto Macagno crea, per la stessa rivista, El Golem. A partire dal 1992, sempre con Trillo come scrittore, inizia le serie Fratelli Centobuchi (Spaghetti Bros.) dove Saccomanno collabora con alcune sceneggiature. E’ del 1998 la storia Iguana, sempre in coppia con Carlos Trillo, divenuto ormai il suo scrittore di riferimento. Attualmente Mandrafina sta lavorando a tre progetti: una nuova serie di El Condenado con Saccomanno che si pubblicherà in Italia per la Eura Editoriale, una storia di “Dylan Dog” per Sergio Bonelli Editore e, con Trillo, una nuova storia dal titolo provvisiorio Carnes Blancas. Quasi tutte le opere di Mandrafina sono state pubblicate in Italia dai settimanali "Lanciostory" e "Skorpio" e nella collana di volumi Euracomix e I Giganti dell’Avventura della Eura Editoriale. In Francia Albin Michel ha pubblicato Cosecha Verde in due volumi (La grande arnaque, 1998, album vincitore ad Angouleme come Miglior Sceneggiatura dell’Anno e Iguana, 1999) e Vieilles canailles, 1999, che ha vinto a Sierre il Grand Prix de l’Humour. Sempre in Francia Vent D’Ouest ha pubblicato Spaghetti Bros. in quattro volumi. Le opere di Mandrafina sono edite anche in Spagna e in Germania.

 

OBLADÀ

Strano destino editoriale quello delle storie a fumetti in Italia. Fateci caso, entrate in una libreria: salta agli occhi che le grandi opere di narrativa (e anche le meno grandi) sono quasi sempre disponibili. Romanzi e saggi, vengono puntualmente ristampati e rieditati anche in edizioni diverse con prezzi diversi: dai cofanetti ai tascabili, dai cartonati ai pocket, possiamo trovare secoli di letteratura disponibile per tutte le tasche. Non ci aspettiamo tutto questo per le opere a fumetti che hanno “solo” poco più di cento anni, ma è un fatto visibile che le storie a fumetti, la letteratura disegnata, vive in libreria solo per una stagione. Persino La Ballata del mare salato di Hugo Pratt è rimasta completamente assente in qualsiasi edizione dalle librerie italiane per dieci anni prima che la Lizard recentemente la ristampasse. E’ così innumerevoli libri a fumetti, storie bellissime e importanti di grandi autori ristampati in tutto il mondo, sono completamente assenti dalle nostre librerie. Questo fatto è eclatante, ma lo è ancora di più pensando che, tutto sommato, soltanto una piccola parte di queste storie dimenticate hanno avuto l’onore di una edizione in libro. La stragrande maggioranza non hanno mai superato la pubblicazione a puntate su una rivista: uno o due mesi di visibilità e poi l’oblio e il destino dei periodici, il macero; o nella migliore delle ipotesi, inscatolate nelle cantine di pochi appassionati. Questa collana ristampa quelle storie e quegli autori, evidenzia e reintegra quel patrimonio di immaginario che l’ignoranza e il pressappochismo di alcuni hanno temporaneamente annullato. Vorremmo che le nostre scelte di curatori fossero supportate dalle vostre, per questo vi chiediamo di suggerirci con una e-mail, indicazioni, consigli, pareri, critiche, emozioni.

 

IL CAVALIER DI GOMMASGONFIA

Obladà n°2

Pag. 52 b/n

cm. 21x28

Brossurato

£20000

 

 

 

 

Riccardo Mannelli

ECCETTO ME E LA MIA SCIMMIA

PAG: 128 pag. a colori

FORMATO: cm 23x31,5

RILEGATURA: Cartonato

PREZZO: £35000

ISBN: 88-87495-04-1

USCITA: Novembre 2000

 

Il testo: L’erotismo crudo e realistico di qusta raccolta comprende più di trecento disegni a penna realizzati dal 1985 al 2000.  Tema centrale della selezione d’immagini sono i “salotti”, gli ambienti per antonomasia rappresentativi del sociale privato. E si conosce tutto di queste impudiche immagini che costituiscono l’eco visiva di tutte le volgarità scandalistiche della cronaca vera, la vetrina più redditizia per la macelleria messa su dai media, passerella istupidente e illusoria per quanti sono “fuori”.

 

L’autore: Riccardo Mannelli è il ritrattista principe de "la Repubblica". Attualmente collabora con "Blue", "Lettere", dirige la rivista "Io" e coordina il Dipartimento illustrazione dell’Istituto Europeo di Design. Tra i suoi libri: Chilometri di chili(1983), Nicaragua(1985), Mannelli Cronache e Saldi di Finesecolo(1990), Carni Scelte(1994).

 

RUGGIERI

Collana:ARTS+ARTS n°3

Pag. 80 acolori

cm. 24x28

Brossurato

£35000

 

 

IL TESTO

Finalmente si raccoglie, in un volume grande e coloratissimo, l’opera multiforme di un pittore e illustratore che con la sua fantasiosa produzione, riprodotta sulle principali testate e nelle maggiori campagne pubblicitarie italiane, ha influenzato il nostro immaginario degli anni Novanta. Colori forti e figurazioni semplici concorrono a dar forma a un mondo movimentato e danzante, ricco di immagini di grande impatto emotivo ed estetico.

 

BACI & ABBRACCI

 

Basta scorrere lo sguardo lungo il già nutrito — solo in una decina d’anni — cursus honorum di Alberto Ruggieri per avere subito la conferma che la sua manualità e la sua mentalità, professionalmente, provengono dagli ambiti dell’illustrazione editoriale. Ma era già possibile accorgersene considerando la varietà dei suoi approcci alla figurazione, derivanti dalle diverse esigenze e bizze di un’ampia committenza che ogni volta chiede risultati più o meno su misura; o anche rilevando la sua abituale tendenza a costruire immagini “significanti”, se non propriamente narrative, atte a condensare un’idea, a veicolare d’emblée il messaggio del testo che devono accompagnare.

Di fatto, la scuola dell’illustrazione è dura, è esigente. Chiede ai suoi di stare sempre svegli, coi sensi ritti; e di mostrarsi veloci, sia nel pensiero sia nell’azione; e di essere eclettici, ora nei contenuti e ora nella forma; e persino di sdoppiarsi faticosamente in abili agenti ed oculati amministratori di se stessi, ovvero della propria ditta-artistica-individuale. Un lavoraccio, insomma. Che può dare comunque non poche soddisfazioni. E che soprattutto — tra accumuli veloci di esperienze diverse — fa crescere in fretta, almeno professionalmente.

Nei casi migliori, tra i quali va annoverato quello di Ruggieri, dopo un po’ tanto allenamento permette all’illustratore di trasformare il lavoro su commissione, che per definizione è costrittivo, in uno svincolato gioco di fantasia. Padrone dei propri mezzi, l’artista aumenta il proprio potere contrattuale con il peso della propria, adesso riconosciuta ed apprezzata, creatività. Ora si adegua meno, lui, ai desiderata della clientela; ed è questa, invece, che ormai lo sceglie e gli dà fiducia in quanto lo riconosce già adeguato alle proprie esigenze del momento. E’ quando finalmente diviene più libero di esprimersi.

 

Ruggieri continua ad apprezzare, con lucidità, i confini dell’arte applicata: «Una illustrazione è spesso il difficile equilibrio tra tempi, esigenze dell’editore, caratteristiche di stampa e di formato, compenso, gusto del direttore, necessità di comunicazione, peculiarità del tema da illustrare, creatività e mestiere. Per me avere una committenza è utile, mi aiuta a definire volta per volta il campo d’azione, mi dà quei limiti che mi impediscono di naufragare in miliardi di cose possibili». Eppure, al di là di tutto ciò, ecco aggiungersi insopprimibile il richiamo selvaggio della pittura. Caparbia. In grande. Frutto gonfio di passione e volontà. Ampliata nel gesto e nel respiro.

Oltre l’obbligo di conferire quella famosa “significanza” all’immagine, allora il produttore d’immagini può concedersi il lusso di sfornare prodotti che non significhino altro che se stessi. E cambia registro linguistico.

 

Così l’artista si trasforma, inevitabilmente, pur rimanendo se stesso. Ruggieri illustratore non può non utilizzare, seppure cum grano salis, gli artifizi del Surrealismo (ma non tanto per adesione profonda alle istanze tipiche surrealiste, quanto per l’utile e dilettevole senso ludico). E Ruggieri pittore si lascia andare piuttosto alle suggestioni della scuola romana: riemergono indimenticati, tra monumentalità di forme Novecento, ora Carrà, ora Sironi, ora Casorati, “valori plastici” rivisitati però in una più attuale salsa piccante “fauve”. E il trait-d’union che alla fine collega l’uno e l’altro, l’Alberto dei disegni e l’Alberto delle tele, è forse una certa atmosfera metafisica di sospensione: in uno spazio e in un tempo immobili, che si contengono solo l’uno con l’altro, oppure ospitano le ibride idee platoniche di quanto verrà poi, disgiunto, a muoversi e ad invecchiare quaggiù nel nostro mondo.

 

Il visionario universo ruggieriano si stende in lande vacue, su cui danzano forme morbide cangianti. Sono sogni pastosi dove regnano, visti da vicino o comunque non da molto lontano, gli esseri umani: corpi, e soprattutto busti, teste, facce. Non è un caso che il formato prediletto dall’artista sia quello quadrato, o perlomeno quadrotto: è esattamente quello che meglio si concentra sul suo soggetto (sul suo oggetto), che meno si distrae con orpelli, fondali eccessivi, particolari inutili.

E poiché il dipingere è creare, e pertanto mai è troppo lontano da un atto sessuale, ecco scatenarsi in quel limbo pancromatico un’orgia di forme sensuose che si ricercano tra loro, le concave inseguendo le convesse, e viceversa, in un instancabile balletto di compenetrazioni. Si moltiplicano le combinazioni d’amanti. Il gioco in effetti si basa, anche questo, sul dualismo: due e uno: in alternanza mai stanca tra l’antinomia e la tendenza alla fusione panica. 1 e 2, A e B, X e Y si cercano, si inseguono, si abbracciano, si baciano, si divorano, perfino si fondono, e a volte invece quando si trovano si rifuggono (pensiamo a quei baci i cui protagonisti si pensano simmetricamente in fuga). Il tutto immerso nella gioia colorata della regressione — ma controllata, sapiente — al disegno infantile, nell’abbandono alla recitazione di un convinto ruolo ludens. Anche quando nelle composizioni impera la frammentazione, appare evidente l’atteggiamento di geometrica dispersione tipico del gioco, della rincorsa a squadre tra guardie e ladri, della conquista affannosa e ridente d’un fazzoletto colorato come pegno, del vagare ed acchiappare in tondo della moscacieca, del respirare da vicino fiati e sudori altrui in eccitante jam session — ma tutto congelato, lì, negli scomparti di un freezer ribollente di tinte vivaci, splendida contraddizione.

E sempre più spesso sono immagini che non riescono a restare al di là dello schermo, ma debordano, si espandono al di qua della cornice, di modo che quella “fantasia” si riversi in questa “realtà”. Sembra davvero, per Alberto Ruggieri, la visione che gli va a pennello.

Ferruccio Giromini

 

 

 

 

 

 

 

 

DICHIARAZIONI DELL'AUTORE

 

 

«Realizzare immagini è per me una pratica quotidiana necessaria; disegnare, dipingere è come tenere un diario della mia emotività. Se alla fine della giornata non ho realizzato neanche una tavola, mi sento come in sospeso...»

 

 

«Il disegno “surrealista-simbolista” si è ormai in gran parte codificato in stereotipi, si è riempito di luoghi comuni, è entrato a far parte del linguaggio corrente della pubblicità , che sempre più spesso produce “orrori” fotografici iperrealisti abusando delle potenzialità del computer e dei programmmi di fotoritocco.»

 

 

«Mi piace andare a vedere le mostre e avvicinare il viso alla superficie del quadro per sentire la materia. Ogni artista ha la sua trama particolare, che in qualche modo parla di lui. Cerco di memorizzare le sensazioni che mi danno dal vivo i colori e gli accostamenti cromatici e il loro rapporto con le superfici. Se un artista mi è piaciuto, mi porto dentro per giorni le emozioni e i pensieri che la mostra ha suscitato in me. Accumulo montagne di libri d’arte, mi piace riguardarli fino a fissare alcune immagini nella memoria. Ho in testa decine e decine di modelli di riferimento: credo che il guaio sarebbe non averne.»

 

 

«Quando disegno, ho bisogno di silenzio e concentrazione. Invece dipingo quasi sempre ascoltando jazz.»

 

 

«L’improvvisazione jazzistica è frutto di un lungo lavoro solitario e privato, ma il momento espressivo si realizza appieno in pubblico, di fronte al fruitore. Nella pittura, l’autore ha la fortuna di poter tornare sui propri passi, correggersi all’infinito e decidere con comodo quando la sua opera è pronta per essere presentata al pubblico. Realizzando illustrazioni per i giornali, si è spesso in una posizione di mezzo: i tempi di consegna sono in genere così stretti da non consentire alcun ripensamento, ogni illustrazione è un’improvvisazione basata su esperienze e competenze costruite in precedenza.»

 

 

«Credo che un’immagine, per essere valida, debba raccontare, comunicare qualcosa. La parola illustrazione, nell’accezione comune, sembra contenere in sé una valenza negativa, fa pensare inevitabilmente alla visualizzazione di un testo, come se fosse a questo comunque subordinata. Preferisco utilizzare il termine immagine.»

 

 

«La pittura convoglia l’emotività. Nell’invenzione visiva, le inquietudini trovano la loro via di espressione. Dar forma alle immagini è per me come accendere la luce in una stanza buia sconosciuta.»

 

 

«Nel disegno c’è il pensiero, ci sono i movimenti della psiche, siano questi consci o inconsci. Nella pittura c’è la fisicità, la sensualità, l’emotività, l’energia.»

 

 

«Spremere i colori dal tubetto, impastarli tra loro, stenderli e mescolarli sulla superficie del quadro è un piacere fisico, mi crea uno stato di benessere.»

 

 

«Ogni disegnatore ha un suo ambiente emotivo, un suo universo formale, un suo mondo grafico regolato da valori interni propri che sono l’espressione del suo essere. Non penso che esista il disegnatore “più bravo” in assoluto; a suo modo uno Steinberg può avere la completezza di un Michelangelo. Credo che la grandezza di un disegnatore stia nella disinvoltura con cui gestisce questo suo universo.»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Strangers in Paradise n. 8

 

di Terry Moore

Prefazione di Fausto Venturoli

17x26, cartonato, 168 pagg. in b/n

Lire 24.000

 

Come affrontare i travolgenti drammi dei sentimenti? Che succede quando due ragazze si innamorano di due adorabili, veri bastardi? Katchoo e Francine, le straordinarie ragazze protagoniste di questo serial a fumetti che tutti vorrebbero avere come vicine di casa, continuano a stupire i lettori con colpi di scena a volte esilaranti, a volte commoventi. In questa vicenda di quotidianità che potrebbe capitare a qualsiasi persona, l'autore Terry Moore riesce sempre a sorprendere, emozionare e divertire. Preceduto da una scia di premi internazionali e da una critica osannante, Strangers in Paradise prosegue con successo l'edizione italiana.

 

 

 

Il condom assassino

 

di Ralph König

17x24, brossurato, 64 pagg. in b/n

Lire 14.000

 

Sembra facile smitizzare gli stereotipi intorno all’omosessualità, ma König, gay a propria volta, demolisce dall’interno gli altarini gay prendendo in giro con effetti comici devastanti i luoghi comuni della quotidianità delle relazioni omosessuali: il matrimonio fra gay, chi fa le pulizie di casa, i rapporti coi propri (e altrui) genitori, le feste, i tradimenti, le gelosie e l’esibizionismo genitale. Il condom assassino è una parodia dei thriller hollywoodiani che cela, dietro una raffinata ironia, una critica all’attuale repressione sessuale.