ZONA X

N°24

Sergio Bonelli Editore, 196 pag. b/n (+ inserto pubbl. 8 pag. col.), 16 x 21, brossurato.

L. 5.000

Continua con successo la corsa editoriale di questo albo che, passato recentemente alla periodicità mensile, propone, fatto anomalo in casa Bonelli, serie che si alternano senza protagonista fisso. Tra le testate che l'editore di Milano ci propone Zona X è una tra le più interessanti ma al contempo risulta molto anomala.
L'assenza del personaggio di richiamo fisso, ad esempio, è una scelta coraggiosa, da appoggiare in quanto fa comprendere quanto questo non sia assolutamente vitale per la sopravvivenza di una testata Bonelli.
La presenza di molti nuovi talenti; nei primi mesi di vita della testata a dire il vero se ne abusava un po' troppo e autori ancora zoppicanti venivano gettati allo sbaraglio; ad esempio disegnatori che cambiavano stile più volte nell'arco delle 96 tavole affidate loro.
Ma se da una parte fa piacere vedere che alcuni tabù bonelliani vengono abbattuti, dall'altro rimane il più incomprensibile: il numero delle pagine. Se da una parte può far piacere all'acquisto una maggiore convenienza rispetto ai classici bonelliani da 96 pag. questo "mattone" enfatizza le scomodità proprie del formato: leggibilità e comodità. È poi possibile che nessuno abbia il coraggio di cimentarsi o proporre racconti leggermente meno lunghi? Tra l'altro 64, 48 pagine sono comunque lunghezze di tutto riguardo, che permettono a mio giudizio di mantenere i ritmi e lo spirito ai quali ci hanno abituati i fumetti italiani più diffusi.
Ultima annotazione: rimane ancora avvertibile la casualità di proposta delle serie: sarà sicuramente più utile riunire le serie più longeve in cicli da tre-quattro episodi da pubblicare consecutivamente, in modo da garantire una continuità di lettura.

I Racconti:

Magic Patrol: Il Popolo del Vento.
Testi: Stefano Vietti
Disegni: Alberto Gennari
Vietti si trova molto a suo agio tra le tematiche fantasy, e la lettura scorre fluida e veloce, tra personaggi ben caratterizzati ed ambienti originali. Il tutto comunque non esce da un registro piuttosto normale
Il disegno di Gennari risulta classico e molto dettagliato. Alberto é abilissimo soprattutto nella realizzazione di mezzitoni, trame, ombreggiature, materiali. Se proprio si deve avanzare una critica si può notare che il disegno è poco "moderno" (la qual cosa non è negativa in sé) ma ritengo sia dovuto all'impossibilità di sfuggire ad uno schema di sceneggiatura molto rigido.

Il Demone di Fuoco
Testi: Livio Bolognesi e Francesco Donato
Disegni: Fabrizio Russo
La realizzazione grafica è ancora un po' immatura: in difficoltà soprattutto sugli sfondi ed in una diffusa legnosità delle pose. Senza particolari note la conduzione della trama e della sceneggiatura.

(Giancarlo di Alessandria)